Spese condominiali: un ripasso sui casi di morosità e spunti di riflessione
Ogni condomino ha il dovere di pagare le spese condominiali per come riportate nel piano di riparto redatto dall’amministratore e, successivamente, approvato dall’assemblea insieme al bilancio consuntivo. Tuttavia, la mancata convocazione dell’assemblea per l’approvazione del suddetto piano non impedisce la riscossione delle quote ordinarie che l’amministratore è tenuto comunque ad avviare anche in via coattiva.

Cosa succede se non si pagano le spese condominiali? In linea di massima, il condominio può agire contro i morosi, può notificare loro un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e, nella peggiore delle ipotesi, può impedire loro di utilizzare i servizi condominiali “suscettibili di godimento separato” (come, ad esempio, l’accesso ai campi da tennis o alla piscina condominiale). Tra le conseguenze dell’azione giudiziale, c’è il pignoramento della casa e la vendita forzata all’asta della stessa, anche se inserita in un fondo patrimoniale o se concessa in affitto o in usufrutto.
Le procedure esecutive contro i condomini che non pagano le spese condominiali, però, sono molto lunghe e, spesso, costose. Così non capita di rado che il condominio sia disincentivato dall’avviare attività di recupero crediti se non in presenza di importi particolarmente rilevanti. In tutto quest’arco di tempo, l’interessato può sempre promuovere un accordo transattivo (magari con pagamento dilazionato). L’approvazione di tale accordo, però, non è nei poteri dell’amministratore e deve sempre passare per il nulla osta dell’assemblea.
Ma procediamo con ordine e vediamo, più nel dettaglio, cosa succede se non si pagano le spese condominiali.
Cosa fa il condominio se non si pagano le quote?
Una volta scaduto il termine per il pagamento delle quote condominiali, l’amministratore è tenuto ad agire contro i condomini morosi. La legge consente all’amministratore di nominare un avvocato di propria fiducia, senza bisogno della previa autorizzazione da parte dell’assemblea. Se non vi ha già provveduto l’amministratore, l’avvocato invia una diffida al moroso intimandogli di pagare entro un termine prefissato (non indicato dalla legge ma che, di solito, non è inferiore a cinque giorni). Tutto è finalizzato ad un decreto ingiuntivo, precetto, titoli che permettano al condominio di giungere al pignoramento per recuperare il dovuto alle aste.
Sospensione dei servizi condominiali.
Il Codice civile stabilisce che chi non paga le quote condominiali rischia, oltre a un decreto ingiuntivo, anche la sospensione dei «servizi condominiali suscettibili di godimento separato».
In particolare, è l’amministratore che deve procedere al distacco dai servizi se la morosità perduri da oltre sei mesi. I servizi condominiali possono consistere nell’utilizzo dei campi da tennis o della piscina, dell’ascensore (eventualmente munito di schede magnetiche da consegnare solo a chi è in regola con i pagamenti) e così via.
Ritorniamo sull’argomento, noi più di voi esausti di esso, ma purtroppo all’ordine del giorno, perché vediamo persone chiedere acquisizioni di aree condominiali ma, nostro malgrado, in arretrato con le spese ordinarie; chi vorrebbe fare lavori su parti comuni con insistenza salvo poi nicchiare alla sua visione; ipocrisia ed incongruenza spesso sovrane. Incapacità comunicativa tra condòmini, ripicche, insomma un marasma che tutto fa tranne che aiutare a giungere alla soluzione dei problemi.
Per fortuna però c’è sempre chi è differente, chi pensa che la propria non sia la verità assoluta, solo una parte di essa, chi cerca il confronto costruttivo per capire, chi propone, chi ritiene la spesa condominiale un impegno preso e da onorare. Utilizzando i social osserviamo come chiunque si fregi d’essere illuminato e dotato di profondi valori, stando a questi strumenti godiamo della visuale del mondo perfetto, poi c’è la realtà che sbugiarda sempre chi, nel proprio DNA, non conosce il significato della parola rispetto.
Lo staff Am.ICo. è sempre pronto e disposto a capire i diversi punti vista, le esigenze, l’utilità di questa o quella cosa, l’importante è che non venga mai a mancare la voglia d’essere proattivi ad un risultato che, nel condominio, si chiama “bene comune”.
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